Recensioni e saggi |
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La presenza di esiguo materiale critico sulla produzione di Enzo Striano è da porre in relazione alla sua vicenda editoriale, tuttora aperta: se nel 2000 la Mondadori ha pubblicato la sua prima opera Giornale di adolescenza , rimangono ancora inediti il breve romanzo Nausica ed Odisseo , la lunga riflessione Un'etica per Narciso. Appunti per un'ideologia della società dei consumi , la pièce teatrale Quel Giuda nominato Trotskij ed alcuni racconti .
Non sono stati più ripubblicati invece i romanzi Il Delizioso Giardino , I Giochi degli eroi , Indecenze di Sorcier , di fatto introvabili.
Di recente, sono usciti il racconto del 1956 Reparto diversi (Napoli, Dante & Descartes, 1999) e il saggio del 1973 Cattiva Coscienza. Falsi miti e romanzo su Napoli (Napoli, Oxiana, 1999).
I percorsi critici su Enzo Striano sono stati inevitabilmente condotti tra gli estremi di questa parziale visibilità dell'autore all'interno della letteratura italiana del secondo Novecento. Tuttavia, intorno agli anni Settanta, compaiono le prime «letture» di Giorgio Bàrberi Squarotti e Carmine Di Biase, che ne segnalano l'originalità tematica, la dimensione sperimentale dell'impianto strutturale e di quello stilistico.
Con Il resto di niente , uscito nel 1986, il discorso su Striano verrà, emblematicamente ripreso da un altro scrittore Domenico Rea, che per primo recensisce il romanzo evidenziandone la forza descrittiva, il ritmo narrativo, i valori linguistici («il linguaggio…in questo libro sale ad un'altezza rare volte raggiunta dagli scrittori italiani. La sua prosa è scorrevolissima e non conosce intoppi di sorta») [Rea, 1986].
Anche Michele Prisco si occuperà del romanzo, indicandolo come un tassello importante della storia letteraria di Napoli ( «Uno straordinario bellissimo romanzo, dove è tutto rappresentato più che descritto in funzione narrativa e obbedisce a una naturalezza espressiva (e a una singolare concisione e rapidità di scrittura), ch'è la sua nota più vivace e felice») [Prisco, 1987] . Dopo la morte di Striano, alcuni intellettuali intuiscono che è necessario spingere lo sguardo oltre Il resto di niente , in funzione del recupero di tutta la produzione dello scrittore; in questa direzione sono i molti interventi del poeta Alberto Mario Moriconi.
Dalle pagine del «Mattino» e di «Repubblica» si leva inoltre ripetutamente l'autorevole voce di Luigi Compagnone, per il quale «Enzo Striano non fu lo storico, ma il poeta dell'infelicissima Repubblica partenopea». Come spinto da un impegno morale, Compagnone non si stanca di sollecitare attenzione su questo autore, la cui vicenda gli sembra connotata da quella marginalità, in cui spesso il mondo letterario e quello editoriale con incomprensibile leggerezza mortificano veri talenti.
Anche per Felice Piemontese Il resto di niente è un caso rappresentativo di uno statuto letterario viziato, condizionato da logiche esterne. La prima monografia dedicata a Striano, uscita nel 1992 presso l'editore napoletano Liguori, è del professore di Letteratura Italiana della «Federico II» Francesco D'Episcopo, che avvia un intenso discorso interpretativo dell'opera di un autore su cui è stato scritto poco, ripercorrendone le scelte tematiche e la loro evoluzione, e collazionando tutte le opere, da una prospettiva interna ad un unico sistema narrativo, segnato da rimandi, citazioni e da contiguità tematiche.
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