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Il film
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« Il film povero, efficace, intelligente, si concentra nelle poche ore precedenti la fine della vita di Eleonora Pimentel. La donna era l'unica straniera, una delle poche donne, la meno giovane e la più colta del gruppo di patrioti della caduca Repubblica Partenopea: attraverso di lei il film vede, oltre all'esperienza e natura femminile, gli eventi storici dell'epoca. Viene in particolare sottolineata l'esigenza di lei di andare verso il popolo, di adottare un linguaggio e uno stile di scrittura dei giornali che fossero accessibili, semplici; e la sua critica verso quel tanto di aristocratico o di astratto che i suoi compagni parevano mostrare. Un ritratto di donna e di rivoluzionaria molto ben fatto; in un genere che le è famigliare, la regista è diventata ancora più brava » [Lietta Tornabuoni, « La Stampa » ', 25 marzo 2005].

« La strepitosa riuscita del film di Antonietta De Lillo deriva da una semplicità articolatissima e stratificata. Come se Manoel de Oliveira avesse avuto voglia di riandare sulle tracce didattiche del Rossellini televisivo per rimontare, in una messa in scena teatrale che magicamente riesce a coniugarsi con un cinema purissimo, riadattare, rielaborare, (rivedere la storia da un punto di vista futurista. Basato sull'omonimo romanzo di Enzo Striano, Il resto di niente vive altresì dell'eterea, sognante, scarnificata interpretazione di una splendida Maria de Medeiros, capace di tramutare in bellezza tutte le brutture del mondo » [Aldo Fittante, « Film » TV ]

« Da una parte le difficoltà produttive, dall'altra un grande risultato. Così il progetto, partito nel 1997, della regista e documentarista Antonietta De Lillo, di portare al cinema il romanzo Il resto di niente di Enzo Striano, si è concretizzato solo alla fine della scorsa estate quando il film è approdato fuori concorso alla Mostra di Venezia. Lontano dall'estetica barocca dei film tv in costume, Il resto di niente è però allo stesso tempo molto distante da ciò che si è abituati a vedere al cinema. L'impressione è che, in mancanza di grandi mezzi produttivi, la scrittura, la regia, gli apporti attoriali si siano indirizzati tutti verso un processo "a togliere" che conduce all'essenza della storia […] La macchina da presa si muove irrequieta tra gli oltre cento attori, molti dei quali della migliore scena napoletana come Lucia Ragni e Enzo Moscato, che danno senso, con la loro inflessione dialettale, a questo splendido film » [Pedro Armocida, « Il giornale » ].

« De Lillo entra nel romanzo storico con il rispetto e con la forza di chi vuole a tutti i costi allontanarne la distanza (grazie allo sguardo in soggettiva, all'efficace montaggio che insegue i flussi di coscienza della protagonista e ai visionari interventi pittorici di Oreste Zevola), per dirci che un mondo migliore è possibile, non importa quanto impervia sia la strada: difendere ed estendere il diritto di tutti a una vita democratica solidale e libera non sarà mai inutile » [Marcello Garofano, « Ciak » ].

 
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